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Wow!…Wau?

Maggio 14, 2009

Gigi porco caneOggi sezione dedicata alla satira locale!

Paese sbilanciato, il nostro: da una parte un sacco di personaggi di dubbia natura ed ancor più dubbia competenza che a suoni di decisioni sbagliate, battute sfortunate e commenti indesiderati stimolano la nascita e la conseguente creazione di battute, vignette ed altre forme artistiche secondo me molto interessanti ed oltremodo spassose.

Dall’altra un manipolo di cittadini che – al contrario dei molti altri nella stessa situazione – non tacciono e subiscono ma incanulano la loro rabbia in modo creativo ed intelligente:

ecco nascere la satira in salsa bolzanina.

Pungente il blogger “ilBolzanino” (sua l’immagine sopra) che in un’unica immagine ha raccolto decenni di impegno politico di lui, il sempre qui presente e spesso nominato Gigi-sindaco-per-caso-o-per-sfiga: ubbidiente e scodinzolante.

giro vigna-13.5.09

Poi c’è Caio che con molto sense of humour riporta alla ribalta la faccenda della sbarra di Via della Vigna (per gli outsiders: un manipolo di residenti di una viuzza ultra-chic che porta all’ospedale di Bz ha deciso di piazzare una sbarra (proprio quella della foto sopra) per impedire il transito a ciclisti e pedoni. Tale viuzza è una scorciatoia per coloro che per motivi di lavoro o personali si devono recare all’ospedale, in alternativa ci sono solo due strade super-trafficae e due ciclabili: incompleta l’una, insensata e lunga l’altra. Nonostante le proteste della popolazione la sbarra è ancora li, a dimostrare come a volte ci si debba inginocchiare davanti a tanta ignoranza).

Perdere è una questione di metodo (Luis Sepulveda)

febbraio 18, 2009

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Scusate, devo essermi nuovamente talmente persa nel mio mondo irreale, nel mio universo di idee confuse e contorte, nel mio mondo parallelo, che – uscendone – ho perso l’orientamento.

Noi qua siamo a Bolzano-Bozen, no?

Mi spiego meglio: mi riferisco a quella città immersa in una conca fumosa e soffocante, tagliata in due dall’A22 nonché dall’arginale, dalla statale, da strade, viuzze vicoletti tutti ugualmente trafficati, affumicata ulteriormente da un inceneritore famelico, da una varietà di industrie e fabbriche e confinata da una vasta discarica in cui si accumulano anni di rifiuti di non meglio definita origine? Perché se è così, se le mie coordinate non sono del tutto sballate, allora qualcuno potrebbe educatamente, con gentilezza, pazienza e garbo riportarmi alla triste realtà cittadina e spiegarmi

“COME CAZZO ABBIAMO FATTO AD OTTENERE UN RICONOSCIMENTO COME “CITTA’ ALPINA DEL 2009”????”*

Scusate il gergo, ma questa serie infinita di premi sconosciuti, riconoscimenti immeritati, titoli fantasiosi, cerimonie fraudolente ecc. tirano fuori il peggio di me.

Ulteriore spiegazione per chi – come me e migliaia di “cittadini alpini” non aveva ne ha tuttora capito cosa implichi questo titolo: per entrare in possesso di tale agognato riconoscimento (consegnatoci dalla precedente città detentrice del titolo: Briga/CH) la nostra “città” – o perlomeno coloro che pensano di rappresentarla in modo decoroso – ha dichiarato di dedicare l’anno alla protezione del clima (pensano di farlo costruendo un nuovo inceneritore? Oppure incentivando ulteriormente l’uso delle autovetture? Magari costruendo la tanto attesa terza corsia?) e di volere offrire alla popolazione un’elevata qualità della vita (scavando la città come talpe impazzite, edificando ogni fazzoletto verde, squartando i prati del Talvera nonché cementificando il Virgolo?) – ovviamente con lo scopo (dichiarato) di richiamare numerose visitatrici e visitatori (che verranno a piedi, suppongo?) “Ci siamo proposti di elaborare un programma attraverso cui Bolzano possa diventare una città clima neutrale” (qualcuno per favore glielo spieghi che tale risultato non si ottiene con la copertura dei protici in plexiglass), afferma Klaus Ladinser, Assessore alla mobilità, all’ambiente e alle attività economiche. Si parla poi di un “Patto per il clima”, di efficienza energetica e di produzione di energia da fonti rinnovabili, di valorizzazione del rapporto tra città e territorio montano (non attraverso la tutela di quest’ultimo, ma solo grazie alla valorizzazione dei prodotti regionali a scopi commerciali) nonché – tenetevi forti – di favorire l’attiva partecipazione della popolazione alle iniziative culturali e ambientali sostenibili!

Tutti esempi encomiabili, che avranno impressionato sicuramente la commissione che ha proclamato Bolzano come vincitrice del titolo, ma che per noi “insider”, che in questa città viviamo – anzi sopravviviamo – sono una grande, vergognosa, indecente MASSA DI BALLE!

GIGI? Dov’è Gigi in tutto ciò? Dunque, Gigi si è prestato al ritiro del premio. Memorabile la foto in cui – gaio e sorridente – ritira il tanto desiderato trofeo (che non mi ricordo bene se fosse un cervo stilizzato oppure una marmotta astratta piuttosto che una miniatura di cedro). Probabilmente anche lui non avrà ben capito che cazzo ci stava facendo la, ma almeno si sarà goduto l’onnipresente buffet con allegra bicchierata, mentre noi, comuni polli da spennare, come al solito restiamo a bocca secca…ed aperta per lo stupore.

Allora, cari miei, visto che questo delle premiazioni è un fenomeno dilagante, vi esorto ad inventarvi un premio, stabilire le regole del gioco, selezionare i criteri, sbaragliare concorrenti fittizi ed infine ad autoproclamarvi unici e non appellabili vincitori! Con tanto di cerimonia casalinga, figli plaudenti, partner orgogliosi, vincitori gaudenti. Un bicchiere di Tavernello vi sarà rimasto pure in frigo, attaccatevi al Tetrapak e godetevi l’inebriante sensazione di essere i migliori nel vostro campo!

*Dal 1997 il titolo di “Città alpina dell’anno” viene assegnato annualmente dall’Associazione Città alpina dell’anno, su proposta di una giuria internazionale, a una città dello spazio alpino europeo che si impegna attivamente per uno sviluppo sostenibile e futuribile del proprio territorio urbano e della relativa regione. Finora si sono aggiudicate il titolo dodici città da Germania, Francia, Italia, Austria, Svizzera e Slovenia.

P.S. Il titolo del post è una citazione del grande Sepulveda sulla quale Santiago Gamboa ha costruito un bellissimo romanzo. Consiglio la lettura, la trama è ambientata in Colombia ma ci mostra come todo el mundo es paìs