Pedalando sulla ciclabile di Bolzano mi godevo la primavera esplosa nei suoi colori ed odori, gioivo delle verdi gemme che beffando le temperature non proprio primaverili si ergevano verso il cielo terso e mi stupivo della vista libera sul fiume Isarco.
Vista libera grazie alla recente opera di disboscamento a cura della provincia di Bolzano che – volendo proteggere i cittadini di Bolzano (nonché potenziali elettori – specie in via d’estinzione e perciò da tutelare) dalle frequenti e pericolosissime esondazioni cicliche del fiume – sono state eseguite con particolare dovizia, disboscando fino alle radici una zona di lussureggiante ed utile verde. Restano alcuni solitari fusti, ambiti e litigati dai volatili che notoriamente nidificano in questi luoghi. A ricordarci giornalmente di questo ennesimo scempio ambientale restano i mucchi di tronchi e rami da settimane accatastati in riva al fiume, probabilmente messi li ad asciugare visto che il loro destino sarà quello di andare a nutrire qualcuno degli ormai numerosi impianti a biomassa.
Per non rovinarmi la giornata guardo oltre questa “natura morta” ed il mio sguardo cade sui prati al lato della ciclabile, prati verdi dal quale sbucano…narcisi? Mi fermo per guardare meglio. Un prato disseminato di narcisi? Questa poi! Da quando in qua i narcisi crescono spontaneamente nel verde cittadino? Mi sembra di ricordare un posto dove questo succede…ecco: nel paese dei Teletubbies!
Teletubbilandia! Bolzano?
Forse le due realtà non sono poi così diverse!
Non siamo anche noi in balia di goffi pupazzoni imbottiti comandati dall’alto, dall’elogio spesso incomprensibile e dalle azioni ancor meno prevedibili?
Le sedute del consiglio comunale non ricordano forse le lunghe disquisizioni teletubbiane intorno ad un Tubbietoast – spartirlo equamente oppure no? – e come queste fiabesche diatribe non terminano anche le meno didattiche sedute comunali? La torta viene spartita, fa felice alcuni ma si lascia un sapore amaro in bocca ai più.
E forse Po – quello rosso, goffo, sempre un po’ in ritardo rispetto agli altri – non somiglia un po’al nostro primo cittadino dalle guance rubizze e dal ventre prorompente?
Il panorama che si gode dalle finestrelle delle casette dei pupazzoni non somiglia sempre più al panorama che ci si para davanti quando con lo sguardo osiamo andare oltre la nostra porticina di casa? Un paese piatto, senza alberi ma disseminato di fiori artificiali che dovrebbero colmare il nostro bisogno di verde, dominato da immeritevoli pupazzoni e popolato da gai conigli che saltellano per il paese ignari del futuro che gli attende.
Per fortuna che dal basso si inizia ad udire un movimento, un fremito. La tranquillità del paese dei balocchi, la cui base appare sempre più traballante, sta per essere scossa…
(continua…)