Ho un problema con le statistiche;
Secondo me non rispecchiano la realtà, anzi, la distorcono, sono di difficile comprensione e fanno di tutta l’erba un fascio: a donne senza figli ne vengono attribuiti più di uno, a quelle che ne hanno ne vengono (statisticamente parlando) tolti, chi mangia 17 kg di carne all’anno pur essendo vegetariano, chi beve litri di birra pur essendo astemio. Insomma, da una parte tolgono, dall’altra aggiungono, alla fine vengono fuori numeri che non dicono niente a nessuno:
pensate se quella volta li, quello li avesse detto a quell’altra: “donna (già incazzata perché ingravidata senza nemmeno aver peccato…), partorirai 1,8 figli tra grandi dolori!” “1,8 figli? Cazzo è?”
Però c’è un dato di cui mi fido ciecamente, che concordo avendolo sperimentato sulla mia pelle ed ampiamente disquisito durante molte serate tra donne e di cui voglio qui parlare: questo dato dice che statisticamente all’interno della coppia la passione dopo due anni svanisce! Svanisce!?
Interpretazione libera: dopo due anni dalla prima, appassionante, strabiliante (nelle migliori delle ipotesi) volta, la voglia di denudarsi e rotolarsi tra le lenzuola con il proprio partner scende vorticosamente (immaginiamoci un grafico che illustra l’andamento economico degli ultimi tempi: uguale, a caduta libera!). Dopo i primi due anni di passione sfrenata, i tempi tra una accoppiata e l’altra si allungano impercettibilmente ma costantemente, fattore aggravato dall’arrivo di eventuali figli che di solito piangono sempre nel momento sbagliato.
Dopo cinque anni si iniziano a notare le crepe nel soffitto,
dopo dieci lo il partner viene desiderato quanto una colica renale (la quale, almeno, qualche lamento ci estorce) e durante il rapporto (le crepe ormai le conosciamo a memoria) si controlla il mucchio di roba da stirare. Dopo dieci anni l’unica cosa che in famiglia fa venire i brividi e rilasciare fiotti di adrenalina sono le acrobatiche peripezie dei figli.
Dopo i primi dieci anni, per tutti gli anni a venire, la sera, si preferisce un buon libro, anche Sanremo va bene, alle attenzioni del partner.
Sempre statisticamente parlando, ovviamente.
Ora, tra le varie teorie che spiegano l’evoluzione della specie, escludendo la venuta sulla terra in un astronave da un non meglio definito pianeta, sono sempre stata una accesa sostenitrice della teoria di Darwin: deriviamo da un animale, che sia scimmia oppure organismo mononucleare poco importa, il fatto lampante è che la maggior parte degli animali per natura non è monogama! Ci sono alcune, rare ed infelici specie che guardano (frustrati per la sorte loro toccata) gli altri accoppiarsi promiscuamente e felicemente. Invece a noi umani, l’evoluzione, la religione, la società e chissà cos’altro, oltre ad averci rovinato l’esistenza inventando il lavoro, i soldi, la tecnologia, ci ha ulteriormente complicato l’esistenza condannandoci alla monogamia!
Io, e non solo statisticamente parlando, sarei per un ripristino delle comuni, avete presente quegli agglomerati pseudo-spontanei di persone che vivono insieme, lavorano (poco) insieme, mangiano insieme, suonano insieme, si stonano insieme ed insieme si mescolano allegramente tra di loro: tutto in assoluta armonia, senza gelosie, invidie, stress da abbandono, tradimenti, menzogne.
Oggi con te, domani con lui, peace and love and a lot of good sex! Oh yeah!