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Il profumo della passione

novembre 24, 2010

…”Un tempo avevo amato molto il suo odore. Lei sapeva sempre di fresco: di appena lavato o di biancheria fresca di bucato o di sudore fresco o d’amore appena fatto. A volte usava del profumo, non so dire quale, e anche la fragranza di quel profumo era più fresca di ogni altra. Tra quegli odori freschi c’era un’altro odore, un odore pesante, oscuro, acre. Spesso io l’annusavo come un animale curioso, cominciavo dal collo e dalle spalle che sapevano di fresco, d’appena lavato, aspiravo tra i seni l’odore di sudore fresco che si mescolava nelle ascelle con l’altro odore, che poi trovavo allo stato quasi puro, pesante e oscuro, attorno alla vita e sul ventre e tra le gambe in una gradazione fruttata che mi eccitava, così fiutavo anche le sue gambe e i suoi piedi, le cosce, dove quell’odore pesante si perdeva, le conche dei ginocchi con ancora un leggero odore di sudore fresco, e i piedi che sapevano di sapone e di cuoioo di stanchezza…”

(Bernhard Schlink – A voce alta)

Probabilmente la più bella dichiarazione d’amore che abbia mai letto. Non aggiungo altro, ogni parola sarebbe superflua.

Con le mani in pasta

novembre 5, 2010

(Finalmente un post serio)

Tra gli alimenti più importanti per l’alimentazione dell’uomo vi è sicuramente il pane. Farlo in casa è semplice ed il profumo che pervaderà la casa mentre cuoce in forno vi ripagherà della fatica (minima) della preparazione.

Per le dosi esatte degli ingredienti bisognerebbe fidarsi del proprio intuito, lasciarsi guidare dall’atavica esperienza della panificazione nonché dal piacere che sta nella preparazione.

Bastano farina, lievito, acqua, sale ed olio. Più si impasta meglio è, la lievitazione avviene in una ciotola coperta da un canovaccio pulito sistemata in un posto caldo. Quando l’impasto è ben lievitato dategli la forma che preferite e poi infornatelo a 220 gradi insieme ad una ciotola d’acqua che evaporando donerà la giusta umidità alla vostra pagnotta. Basterà battere sulla crosta del pane per capire quando è cotto.

Mangiatelo insieme a chi vi sta a cuore, credetemi, è un’esperienza unica e molto intima.

A tal proposito vi posto uno scritto (da chi e per chi non ci è dato saperlo) che ci confermano come il cibo e la passione vadano a braccetto.

 

 

E mentre impasto il pane

il profumo acre del lievito

mi sale nelle narici

e mi sovviene

l’odore del tuo sudore

che mi bagna il ventre.

Intanto le mani

affondano nel morbido impasto

e carezzandolo

il mio pensiero

vola a te

e allora mordo

assaggio

inghiotto

e mi gusto

la sensazione della calda carezza

che mi penetra.

Give me your love, baby! And yours! And yours…

febbraio 19, 2009

freelove

Ho un problema con le statistiche;

Secondo me non rispecchiano la realtà, anzi, la distorcono, sono di difficile comprensione e fanno di tutta l’erba un fascio: a donne senza figli ne vengono attribuiti più di uno, a quelle che ne hanno ne vengono (statisticamente parlando) tolti, chi mangia 17 kg di carne all’anno pur essendo vegetariano, chi beve litri di birra pur essendo astemio. Insomma, da una parte tolgono, dall’altra aggiungono, alla fine vengono fuori numeri che non dicono niente a nessuno:

pensate se quella volta li, quello li avesse detto a quell’altra: “donna (già incazzata perché ingravidata senza nemmeno aver peccato…), partorirai 1,8 figli tra grandi dolori!” “1,8 figli? Cazzo è?”

Però c’è un dato di cui mi fido ciecamente, che concordo avendolo sperimentato sulla mia pelle ed ampiamente disquisito durante molte serate tra donne e di cui voglio qui parlare: questo dato dice che statisticamente all’interno della coppia la passione dopo due anni svanisce! Svanisce!?

Interpretazione libera: dopo due anni dalla prima, appassionante, strabiliante (nelle migliori delle ipotesi) volta, la voglia di denudarsi e rotolarsi tra le lenzuola con il proprio partner scende vorticosamente (immaginiamoci un grafico che illustra l’andamento economico degli ultimi tempi: uguale, a caduta libera!). Dopo i primi due anni di passione sfrenata, i tempi tra una accoppiata e l’altra si allungano impercettibilmente ma costantemente, fattore aggravato dall’arrivo di eventuali figli che di solito piangono sempre nel momento sbagliato.

Dopo cinque anni si iniziano  a notare le crepe nel soffitto,

dopo dieci lo il partner viene desiderato quanto una colica renale (la quale, almeno, qualche lamento ci estorce) e durante il rapporto (le crepe ormai le conosciamo a memoria) si controlla il mucchio di roba da stirare. Dopo dieci anni l’unica cosa che in famiglia  fa venire i brividi e rilasciare fiotti di adrenalina sono le acrobatiche peripezie dei figli.

Dopo i primi dieci anni,  per tutti gli anni a venire, la sera, si preferisce un buon libro, anche Sanremo va bene, alle attenzioni del partner.

Sempre statisticamente parlando, ovviamente.

Ora, tra le varie teorie che spiegano l’evoluzione della specie, escludendo la venuta sulla terra in un astronave da un non meglio definito pianeta, sono sempre stata una accesa sostenitrice della teoria di Darwin: deriviamo da un animale, che sia scimmia oppure organismo mononucleare poco importa, il fatto lampante è che la maggior parte degli animali per natura non è monogama! Ci sono alcune, rare ed infelici specie che guardano (frustrati per la sorte loro toccata) gli altri accoppiarsi promiscuamente e felicemente. Invece a noi umani, l’evoluzione, la religione, la società e chissà cos’altro, oltre ad averci rovinato l’esistenza inventando il lavoro, i soldi, la tecnologia, ci ha ulteriormente complicato l’esistenza condannandoci alla monogamia!

Io, e non solo statisticamente parlando, sarei per un ripristino delle comuni, avete presente quegli agglomerati pseudo-spontanei di persone che vivono insieme, lavorano (poco) insieme, mangiano insieme, suonano insieme, si stonano insieme ed insieme si mescolano allegramente tra di loro: tutto in assoluta armonia, senza gelosie, invidie, stress da abbandono, tradimenti, menzogne.

Oggi con te, domani con lui, peace and love and a lot of good sex! Oh yeah!